Riccardo Dallio
“Non ho mai pianto cosi tanto per lo sport.” Con queste parole l’amico biatleta Pietro Dutto ha espresso tutta la propria emozione sul finire della serata di domenica, giornata che l’ha visto per l’ultima volta portarsi la carabina sulle spalle dopo ben undici anni di competizioni ad alto livello.
Mi sento in dovere di scrivere queste righe non solo per complimentarmi con Pietro per la sua carriera, ma soprattutto perché se oggi mi ritrovo da semplice appassionato a raccontare con entusiasmo le gare dei weekend invernali, questo lo devo anche a lui che, in un certo senso, mi ha passato il testimone come sta facendo quest’oggi con il nuovo che avanza del biathlon italiano.
Non tutti sanno che un paio di lustri fa, l’allora ventenne neo-poliziotto di Spinetta, piccolo comune della provincia di Cuneo, si dilettava nei periodi liberi dai duri allenamenti a collaborare con Skitime.it, il primo sito in Italia con esplicito riferimento alle discipline nordiche. I futuri passi in avanti nel mondo del professionismo lo hanno allontanato dalle tastiere del pc portandolo a raggiungere significativi traguardi.
I primi risultati da ricordare in campo internazionale riportano ai Mondiali Youth di Ruhpolding, dove, assieme a Lukas Hofer e Dominik Windisch il ragazzo piemontese conquistò una bellissima medaglia di bronzo nella staffetta a 3 cambiando addirittura in prima posizione al termine della propria frazione. Col passare delle stagioni non sono mancate le gare nei grandi teatri della Coppa del Mondo, circuito nel quale ha esordito nella stagione 2012/2013 sfidando i migliori interpreti della disciplina nelle tappe di Oestersund, Hochfilzen, Pokljuka, Oberhof, Ruhpolding e Anterselva prima di prendere parte alla rassegna iridata di Nove Mesto. Un percorso invidiabile e al quale molti giovani del movimento odierno sperano di arrivare.
Lo sport, come la vita di tutti i giorni, riserva non solo capitoli di continua felicità legata al successo, ma presenta nella sua maniera più cruda anche delle notevoli difficoltà. Numerosi sono i sacrifici ai quali un atleta deve soccombere cercando di coadiuvare lo sforzo intenso (sia fisico che mentale) degli allenamenti alla quotidianità, spesso priva di quella libertà tipica dei ragazzi spensierati che non conoscono la parola stress. Su questo punto, caro Pietro, ti sei sempre dimostrato un gran lavoratore pronto a rinunciare a qualsiasi eccesso per il tuo amato sport, un campo dal quale molto difficilmente ti allontanerai.
Riuscendo a tener testa alle difficoltà alle quali mi riferisco, quasi come segno del destino, ecco che queste ti hanno voluto premiare nella tua ultima apparizione con la maglia della nazionale, in quel bellissimo 26 gennaio 2019 che ti ha regalato il tuo primo zero in carriera sui quattro poligoni. Non oso immaginare cosa si prova sapendo già in anticipo che quella sarebbe potuta essere l’ultima occasione disponibile per dimostrare tutto il proprio valore. E’ stato davvero emozionante anche per me, tuo grande tifoso che tanto ha sperato fino all’ultimo di rivederti là dove qualche volta in più avresti meritato di essere.
Skitime.it ti augura il meglio per un futuro ricco di soddisfazioni e ti ringrazia nuovamente per la disponibilità che hai sempre dimostrato. Complimenti Pietro, uomo di valore dentro e fuori dalla pista.
Soffia forte il vento in Svezia e si tratta di un bellissimo vento per i colori azzurri. Arriva una nuova folata d'oro che porta Dominik Windisch a laurearsi campione del mondo della Mass Start. A poche ore di distanza dalla formidabile prova di Dorothea Wierer, in quel di Anterselva si fa festa anche per l'altro beniamino di casa. Argento Guigonnat e bronzo Eberhard.
Una giornata di sport che verrà ricordata per moltissimi anni quella di oggi. L'Italia del biathlon, che non vinceva una medaglia d'oro iridata dal lontano 1997 (Wilfried Pallhuber a Brezno Osrbile), riesce nell'impresa di portare ben due atleti a conquistare il successo più prezioso delle rispettive carriere nell'arco di un paio d'ore. Alla fuoriclasse Wierer risponde un formidabile Dominik Windisch, medaglia di bronzo olimpica nella scorsa stagione.
Dominik Windisch è il nuovo campione mondiale della Mass Start. Sfruttando un ultimo poligono impeccabile quando il forte vento svedese sembrava voler obbligare tutti i biathleti all'anello di penalità, l'altoatesino si è involato verso il traguardo rendendosi autore di un ultimo giro al cardiopalmo. Nulla hanno potuto avversari che sulla carta erano i principali indiziati al successo finale della prova odierna, poichè Dominik, dopo essersi trovato in maniera "casuale" a condurre le danze, ha letteralmente inserito il turbo non lasciando alcun margine di rimonta. J.T. Boe, Pidruchnyi, Doll, Eder e Company sono incappati in molteplici errori nel momento chiave della prova, concedendo all'azzurro che proveniva dalle retrovie una vera e propria autostrada verso il successo finale. Windisch, che nelle prime tre serie di tiro aveva mancato tre bersagli, è stato incredibilmente capace di un clamoroso 0 in un momento dove Eolo stava impazzendo. Per l'Italia arriva cosi' la quinta medaglia della rassegna, che si può tranquillamente definire la migliore della storia di questa disciplina. Completano il podio l'ottimo francese Antonin Guigonnat e l'austriaco Julian Eberhard, protagonisti di un entusiasmante duello nell'ultimo giro e bravissimi a contenere il ritorno di Alexander Loginov, altro atleta in grado di un 5/5 nella quarta serie.
Lukas Hofer (7), altro azzurro al via, termina 17mo con una brillante prova sugli sci oscurata però da una giornata al poligono abbastanza grigia.
1 | 24 | WINDISCH Dominik | ITALY | 1+1+1+0 | 3 | 40:54.1 |
2 | 11 | GUIGONNAT Antonin | FRANCE | 2+0+0+1 | 3 | +22.8 |
3 | 15 | EBERHARD Julian | AUSTRIA | 0+0+3+1 | 4 | +23.3 |
4 | 4 | LOGINOV Alexander | RUSSIA | 0+3+2+0 | 5 | +27.4 |
5 | 6 | FILLON MAILLET Quentin | FRANCE | 1+1+1+1 | 4 | +33.2 |
6 | 3 | PEIFFER Arnd | GERMANY | 0+0+2+2 | 4 | +39.6 |
7 | 10 | EDER Simon | AUSTRIA | 0+0+0+1 | 1 | +43.9 |
8 | 12 | DOLL Benedikt | GERMANY | 0+1+1+3 | 5 | +44.4 |
9 | 7 | BOE Tarjei | NORWAY | 0+0+3+2 | 5 | +47.9 |
10 | 2 | PIDRUCHNYI Dmytro | UKRAINE | 0+0+1+2 | 3 | +48.2 |
11 | 8 | DESTHIEUX Simon | FRANCE | 0+0+4+2 | 6 | +1:03.4 |
12 | 16 | CHRISTIANSEN Vetle Sjaastad | NORWAY | 0+0+0+2 | 2 | +1:12.5 |
13 | 1 | BOE Johannes Thingnes | NORWAY | 0+0+2+5 | 7 | +1:17.8 |
14 | 26 | FAK Jakov | SLOVENIA | 0+2+1+1 | 4 | +1:19.0 |
15 | 25 | NAWRATH Philipp | GERMANY | 1+0+2+2 | 5 | +1:19.5 |
16 | 17 | GARANICHEV Evgeniy | RUSSIA | 0+0+0+4 | 4 | +1:25.0 |
17 | 13 | HOFER Lukas | ITALY | 0+3+3+1 | 7 | +1:38.6 |
18 | 14 | WEGER Benjamin | SWITZERLAND | 0+2+1+1 | 4 | +1:39.2 |
19 | 28 | LEITNER Felix | AUSTRIA | 0+1+2+1 | 4 | +1:41.0 |
20 | 23 | KRUPCIK Tomas | CZECH REPUBLIC | 0+0+2+3 | 5 | +1:51.2 |
21 | 21 | DOHERTY Sean | USA | 1+1+1+1 | 4 | +1:55.9 |
22 | 22 | BJOENTEGAARD Erlend | NORWAY | 2+1+2+0 | 5 | +2:06.7 |
23 | 27 | FINELLO Jeremy | SWITZERLAND | 0+1+2+1 | 4 | +2:11.0 |
24 | 9 | FOURCADE Martin | FRANCE | 1+2+0+2 | 5 | +2:28.8 |
25 | 19 | RASTORGUJEVS Andrejs | LATVIA | 0+2+2+0 | 4 | +2:43.5 |
26 | 20 | SAMUELSSON Sebastian | SWEDEN | 1+2+1+1 | 5 | +2:58.1 |
27 | 18 | LESSER Erik | GERMANY | 2+1+2+1 | 6 | +2:59.8 |
28 | 29 | KRCMAR Michal | CZECH REPUBLIC | 3+1+1+1 | 6 | +3:03.2 |
29 | 5 | ILIEV Vladimir | BULGARIA | 3+1+2+2 | 8 | +3:06.4 |
30 | 30 | NORDGREN Leif | USA | 2+0+1+2 | 5 | +3:51.7 |
Un chilometro in più e Alessandro Pittin avrebbe centrato il primo podio della stagione nell'ultima gara di Coppa del Mondo. Purtroppo deve accontentarsi del quarto posto, che sa un po' di beffa, per le condizioni non sempre fortunate che il friulano ha spesso trovato durante la stagione nei segmenti di salto. Stavolta, sembrava che la dea bendata volesse screditarsi, ma il premio non è arrivato.
A Schonach il cambio di programma ha messo l'italiano nella condizione di poter lottare per il podio: erano previsti due salti di gara più 15 chilometri di fondo per i primi trenta della classifica generale, ma le difficili condizioni meteo hanno indotto gli organizzatori a evitare la doppia prova dal trampolino, così, ai fini della start list sugli sci stretti è stata ritenuta valida la classifica del Provisional Competition Round disputato sabato mattina, con tutti i 50 atleti qualificati in pista. La differenza è che si sono percorsi dieci chilometri e non più i quindici inizialmente in calendario.
Pittin, che sabato mattina aveva trovato uno dei migliori salti della stagione, arrivando a 99 metri e collezionando 103.3 punti, è partito in 22esima posizione, con un distacco dal primo, Ryota Yamamoto, di 1'31", non tantissimi per il Best Skier del circuito. Infatti Pittin non ha avuto problemi a superare Yamamoto, il punto è che in tre sono riusciti a evitare il suo sorpasso. Uno è Jarl Magnus Riiber, campione del mondo nella gara con salto dal trampolino piccolo e già vincitore della sfera di cristallo: ha chiuso alla grande la sua meravigliosa stagione trovando il 12esimo successo su 21 gare. Gli altri due sono Jan Schmid e Bernhard Gruber, due veterani del circuito, con il norvegese secondo a 25" dal connazionale Riiber e l'austriaco terzo a 38"2, con undici secondi di vantaggio su Pittin.
L'azzurro dopo un chilometro era già nel gruppetto con Ilkka Herola, ma è solo quando l'ha staccato che ha cominciato a guadagnare terreno sui primi tre finendo con 49"2 di distacco da Riiber. Ottima prova anche per Aaaron Kostner, che partiva 24° poco dietro Pittin e ha chiuso 12esimo a 1'29"9, facendo meglio che ai Mondiali, dove fu 13° e centrando la miglior prestazione di sempre in Coppa del mondo, con la conferma che l'Italia fa bene a puntare su di lui, che ha solo 19 anni, per il futuro. Non era in gara, purtroppo, Samuel Costa, che era uscito dai cinquanta nel Provisional Competition Round per le difficili condizioni meteo trovate al momento del suo salto. Ma questa per lui è stata una stagione di transizione dopo i gravi infortuni degli ultimi due anni: l'anno prossimo, con Costa al top, un Pittin sempre super sugli sci e un Kostner con un anno di esperienza in più, la Nazionale potrà puntare davvero in alto.
Ordine d'arrivo Gundersen HS106/10 km Cdm Schonach (Aut)
1. RIIBER Jarl Magnus NOR 25:14.9
2. SCHMID Jan NOR +25.0
3. GRUBER Bernhard AUT +38.2
4. PITTIN Alessandro ITA +49.2
5. WATABE Akito JPN +1:12.9
6. HEROLA Ilkka FIN +1.18.5
7. GERSTGRASER Paul AUT +1:21.2
8. REHRL Franz-Josef AUT +1:23.2
9. GREIDERER Lukas AUT +1:25.2
10. KROG Magnus NOR +1:26.2
12. KOSTNER Aaron ITA +1:29.9
COSTA Samuel ITA non qualificato
Fonte: www.fisi.org
Dopo Aristide Begue al maschile, in Val Martello riecheggia nuovamente "la Marsigliese".
Gara femminile esaltante nel pomeriggio, con continui sovvertimenti al vertice. Al primo giro testa a testa per l’austriaca Zdouc e la nostra Irene Lardschneider, con l’altoatesina il giro successivo davanti a tutte, a far sognare i presenti. Poi colpo di scena, le prime sette sbagliano tutte al poligono e sono costrette al penalty lap, così la tedesca Marion Deigentesch si invola da sola ma il giro dopo, forse presa dalla foga, sbaglia tutti e cinque i tiri e ne approfittano la norvegese Karoline Knotten e la francese Caroline Colombo. Il divario sembra incolmabile, ma nel finale proprio nell’entrata allo stadio della Val Martello la Colombo raggiunge e sorpassa la norvegese e inizia così la sua cavalcata vittoriosa, bissando il successo di ieri nella sprint e completando il tripudio francese sommando la vittoria di Begue. La tedesca Stefanie Scherer (3.a) ha la meglio sulla pattuglia delle russe con Kazakevich, Slivko e Shevnina che si sono viste sfuggir di mano il podio già nel penultimo giro.
Irene Lardschneider borbotta ancora con la carabina, e l’ultimo tiro è fatale con tre errori. Il penalty lap con la neve bagnata rallenta di parecchio la marcia e la gardenese, comunque soddisfatta dell’esperienza, si piazza 14.a. Poco più lontano si affaccia anche Samuela Comola (18.a), mentre Michela Carrara è in giornata no (37.a).
Il podio non celebra solo i grandi protagonisti di giornata, ma anche i leader della “overall” sia individuale che per nazione. In questo caso la Russia fa man bassa di “coppe di cristallo”, Babikov e la Slivko fanno en plein, ma anche come team sia al maschile che al femminile.
Dopo la gran faticaccia di tre giorni di gare il presidente del comitato chiama sul podio tutti i suoi volontari, quasi 200. Per loro un grande applauso corale. Georg Altstätter, presidente del C.O. ma anche sindaco di Martello, finalmente sorride.
Info: www.biathlon-martell.com e www.biathlonworld.com
Mass Start 60 - Ladies
1 COLOMBO Caroline FRA 41:42.8; 2 KNOTTEN Karoline Offigstad NOR +7,5; 3 SCHERER Stefanie GER +21,7; 4 KAZAKEVICH Irina RUS +33,2; 5 SLIVKO Victoria RUS +34,4; 6 SHEVNINA Polina RUS +39,6; 7 ZDOUC Dunja AUT +49,8; 8 ERDAL Karoline NOR +1:11.8; 9 SKOTTHEIM Johanna SWE +1:20.9; 10 BIELKINA Nadiia UKR +1:50.2
La vittoria più bella della carriera nella stagione della consacrazione. Dorothea Wierer si gode l'oro mondiale nella mass start di Oestersund: ecco le sue dichiarazioni.
"Sono felicissima di essere riuscita a vincere il mio primo titolo mondiale, anche perché di solito i grandi appuntamenti non sono il mio forte. Sono molto contenta di aver trovato tre zeri consecutivi visto che ho avuto molti problemi al tiro in questi Mondiali, peccato per i due errori all'ultimo poligono che mi hanno costretta a soffrire un po' di più nell'ultimo giro".
"Quest'oro forse arriva anche perché non avevo aspettative dopo la congestione allo stomaco che mi ha impedito di partire nella staffetta, mi dispiace molto per le ragazze perchè avremmo potuto fare davvero bene e questa medaglia la dedico a loro, perché la meritano anche loro".
"Dopo i due errori al poligono non ero sicura di uscire ancora prima dai giri di penalità, sapevo di avere un margine di trenta secondi al quarto poligono, quando mi hanno detto che avevo ancora dieci secondi di vantaggio, sapevo che la Yurlova non è un fulmine sugli sci e che potevo farcela, anche se non ero sicurissima perché oggi non ero al meglio sugli sci. Ma sono davvero soddisfatta di me stessa".
Fonte: www.fisi.org
E' stato il duello tra Alexander Bolshunov e Martin Johnsrud Sundby ad entusiasmare gli appassionati dello sci di fondo che oggi hanno assistito alla 15 chilometri in tecnica libera contro il tempo corsa sulle nevi di Falun (Svezia). A spuntarla è stato il russo che si dimostra in grandissima condizione dopo aver corso da grande protagonista l'intero mondiale di Seefeld. 8.9" hanno visto il norvegese, invece, doversi accontentare della piazza d'onore dopo aver condotto le danze per tre quarti di gara. Sorprende in terza posizione Didrik Toenseth, sciatore di grande talento ma spesso apparso più a suo agio in tecnica classica, mentre non riesce a conquistare un posto sul podio il campione iridato dello skiathlon Sjur Roethe, quarto ad oltre mezzo minuto. Il terzetto norvegese si piazza fra il binomio russo Bolshunov-Larkov, con quest'ultimo ottimo in quinta piazza capace di precedere uno dei favoriti della vigilia, Simen Hegstad Krueger.
Top 20 per Francesco De Fabiani, il migliore dei nostri ed unico azzurro in zona punti. L'atleta di Gressoney si piazza 18mo ad 1'19" da Bolshunov. Più attardati, ma comunque positivi, Federico Pellegrino, 38mo, e Stefan Zelger, 41mo.
Favolosa Dorothea Wierer. L'altoatesina è campionessa del mondo della Mass Start. Oro azzurro sulle nevi di Oestersund (Svezia) nell'ultima gara della rassegna iridata. Il biathlon italiano fa risuonare l'inno di Mameli grazie alla sua stella più pregiata. Medaglia d'argento per la russa Ekaterina Yurlova che precede la formidabile tedesca Denise Herrmann.
E' una Dorothea Wierer da favola quella che ha appena conquistato la medaglia d'oro ai Campionati Mondiali di biathlon che si stanno concludendo nella località svedese di Oestersund. L'azzurra, annunciata in condizioni non ottimali alla vigilia della prova, giornata in cui non è stata schierata nel quartetto della staffetta tricolore, compie un vero e proprio capolavoro sfruttando tutte le sue doti da eccezionale tiratrice per portare a casa un risultato tanto atteso quanto meritato. Era da 22 anni che il Bel Paese non conquistava un titolo mondiale; l'ultimo oro iridato va fatto risalire a Wilfried Pallhuber.
E' un pomeriggio da sogno per il biathlon italiano. La performance stratosferica di Wierer e l'ottimo ottavo posto di Vittozzi regaleranno un finale di stagione da Cinema con protagonista uno dei migliori film di fantascienza mai creati dal genere umano.
La gara
Dopo un primo giro abbastanza tattico è stato compito del poligono, come di consueto, scremare il gruppo composto dalle trenta partenti. Il primo colpo di scena, in negativo purtroppo, riguarda la nostra portacolori e leader della classifica generale Lisa Vittozzi. La sappadina apre molto male con la prima delle quattro serie che la costringe a ben tre giri di penalità pregiudicandole fin da subito un risultato da possibile medaglia, obiettivo divenuto ben presto irraggiungibile anche per la slovacca Anastasia Kuzmina, che in metà gara si è vista costretta ad imboccare l'anello giustiziere addirittura otto volte. Le altre big, invece, si presentavano appaiate a tre quarti della prova, momento cruciale per le sorti di quest'ultima. A fare nettamente la differenza è stata il cecchino di Rasun Dorothea Wierer, che inanellando tre 0 consecutivi è riuscita a prendere il largo rispetto a tutte le avversarie, parecchio fallose in questa fase. Imponendo il proprio ritmo e gestendo al meglio le energie, l'azzurra è brava a non perdere terreno prima dei cinque spari decisivi. A questo punto si è assistito con brivido ad un duello fra la nostra biathleta e la pressione del momento, fattore che ha provocato due errori e molta ansia tra gli appassionati. Come spesso si sente dire dagli esperti dello sport, la fortuna è un elemento chiave per raggiungere il successo. Non volendo sminuire l'incredibile prestazione di Wierer, va comunque sottolineato il fatto che la neo campionessa mondiale ha approfittato anche degli errori di Ekaterina Yurlova e, soprattutto, di Denise Herrmann, rivali molto agguerrite contro le quali molto probabilmente avrebbe faticato ad imporsi in caso di testa a testa nel giro conclusivo. Chi, invece, non ha sbagliato nulla nelle tornate finali è Lisa Vittozzi, anche lei autrice di un mezzo miracolo visto come si erano messe le cose. Nonostante i quattro bersagli mancati, tutti nelle prime due serie, la ventiquattrenne dei carabinieri è brava a rimontare fino all'ottavo posto tallonando nei metri conclusivi l'unica campionessa rimasta che può provare a rovinare la festa azzurra in ottica classifica generale: Marte Olsbu Roeiseland, 7ma e apparsa meno brillante del solito sugli sci stretti, segnale non di poco conto in vista della prossima tappa di Coppa del Mondo.
Una splendida giornata di sole ha accolto migliaia di sciatori alla norvegese Birkebeinerrennet, prestigiosa gara di lunga distanza inserita nel circuito Visma Ski Classic. Petter Eliassen, vincitore in stagione sulle nevi della Marcialonga, attacca lungo la prima salita salutando la concorrenza e dando appuntamento a tutti i rivali dopo la linea del traguardo. Lo scandinavo del Team BN Bank, non avvezzo alle gare tattiche, compie un verso e proprio capolavoro presentandosi sul traguardo con un margine superiore ai due minuti su Andreas Nygaard e Simen Oestensen per un podio tutto targato Norvegia.
Al femminile la prova si è svolta sulla falsariga di quella degli uomini, con la polacca Justyna Kowalczyk ad imporre il ritmo fin dalle prime battute prima di staccare definitivamente la dominatrice delle precedenti prove Britta Johansson Norgren e la padrona di casa Astrid Slind lungo la seconda ascesa.