Il materiale per lo sci di fondo

Il contenuto della pagina, riporta una descrizione abbastanza dettagliata dell'attrezzatura e del materiale necessario al fondista.

Analizzeremo le caratteristiche e le particolarità dell'articolo, cercando di guidarvi nell'acquisto e di mettere in evidenza gli errori da evitare.

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Da quando abbiamo assistito all'evoluzione della tecnica di pattinaggio, soprattutto gli sci hanno subito notevoli mutamenti.

La nascita della tecnica libera a portato le aziende a differenziare radicalmente la costruzione delle aste ed i concetti nella progettazione.

Mentre lo sci per la tecnica classica ricalca nei principi, nelle dimensioni, nella durezza, nel disegno e nella struttura gli sci di qualche anno fa, la costruzione degli sci da skating segue una strada per certi aspetti molto diversa.

 

Le caratteristiche principali dello sci da skating sono:

Il peso: varia dai 1050g. nei modelli più leggeri ai 1200g. (per un modello agonistico di 195cm.)

La lunghezza: è facilmente individuabile moltiplicando la propria altezza per 1,05 - 1,15 ( ricordiamo che per regolamento, la lunghezza dell'asta può essere inferiore del 10%  dell'altezza dell'atleta ).

La larghezza: E' quasi standard; varia di poco dai 43 ai 45mm. I modelli sciancrati, possono arrivare nei punti di maggior larghezza fino ai 49mm. (come il modello Atomic in figura.)

La durezza o rigidità delle aste dipende dal peso dello sciatore. Le aste sono normalmente misurate dalle ditte che ne riportano le indicazioni di utilizzo. esistono in alternativa dei dinamometri per calcolare esattamente la durezza dell'asta. Rispetto alle indicazioni sulla durezza di cui sopra, si consiglia di usare sci più morbidi su neve nuova e/o fredda, sci più rigidi su neve trasformata, programmata e molto dura. Alcune ditte producono aste di durezza superiore a 4 (100 e + Kg.)

La soletta: La maggior parte delle aziende, produce sci con solette che contengono una diversa percentuale di grafite a seconda dell'utilizzo.

Nella maggior parte dei casi, sono utilizzati gli sci con alta percentuale di grafite presente nella soletta (PLUS), mentre, in condizioni di neve fredda, sono eccellenti le solette con bassa % di grafite.

Molto meno usati sono gli sci con soletta in p.tex

La costruzione interna: a nido d'ape, a celle d'aria, a doppia cassa di torsione o a sandwich. Vari sono i metodi di costruzione che comunque hanno l'obiettivo comune di garantire all'asta la massima rigidità e leggerezza sfruttando le celle d'aria, il carbonio, ed altri materiali super leggeri.

La sciancratura è stata introdotta da pochi anni nello sci di fondo.

E' ancora piuttosto difficile capire se sia o meno efficace, sicuramente garantisce una maggior stabilità allo sci e facilita lo sciatore sia in fase di scivolata che di spinta. Attenzione allo sci sciancrato su nevi morbide, nuove e fredde.

Seguire delle regole nell'acquisto dell'attrezzatura, riduce di molto la possibilità di errore. Trovare lo sci "bomba" invece,  spesso è anche merito della fortuna...

Consigliamo di montare gli attacchi sulla mezzeria.

 

Lo sci per la tecnica classica ha le seguenti caratteristiche:

Il peso: varia dai 1050g. nei modelli più leggeri ai 1200g. (per un modello agonistico di 195cm.)

La larghezza: varia di poco dai 43 ai 45mm. nella parte centrale, ai 41 nei modelli più sottili in punta e coda.

La lunghezza: le aste più lunghe attualmente in commercio raggiungono i 215 cm. Per scegliere lo sci, è ancora valida l’operazione di distendere il braccio verso l’alto, optando per lo sci che arriverà più o meno all’altezza del polso. ( per persone di altezza superiore ai 190 cm. il discorso naturalmente cade.

La costruzione interna e la soletta: vale lo stesso discorso fatto per gli sci da skating.

La durezza è probabilmente l'elemento più importante ed allo stesso tempo difficile da individuare.

Le case costruttrici "etichettano" lo sci, dividendolo normalmente in tre o più fasce di durezza. Bollini adesivi che riportano le sigle - S, M, H, - (Soft, Medium, Hard) sono di norma applicati su ogni paio di sci. Qualche ditta divide invece le aste per fasce di peso, ( 65-75 75-85....). Fare attenzione quindi alle indicazioni riportate:

Per calcolare con più precisione la durezza di uno sci, si ricorre all’uso di particolari dinamometri, grazie ai quali oltre alla precisa durezza di ogni asta, viene trovata la lunghezza esatta del ponte. 

Questa operazione nello sci per la t.c. è di fondamentale importanza, visto che diventerà la parte da sciolinare.

Più semplicemente il ponte può essere trovato facendo salire lo sciatore con il peso uniformemente distribuito

sugli sci appoggiati su di una superficie liscia e piatta (un tavolo in formica per es.).

Si passa un foglio di carta sotto la parte centrale dello sci, segnando con cura i punti estremi dove il foglio scorre. Vale la pena dedicare alcuni minuti a questa operazione, visto che ogni asta ha un ponte leggermente diverso.

Gli sci misurati con dinamometro riportano una serie di numeri, dove il primo rappresenta il grado di durezza ed i successivi la lunghezza espressa in cm. ( avanti e dietro rispetto la mezzeria ) del ponte. ( es: 1,2 -- 25-23 ).

Come già indicato per la T.L. rispetto alle indicazioni sulla durezza di cui sopra, si consiglia di usare sci più morbidi su neve nuova e/o fredda, sci più rigidi su neve trasformata, programmata e molto dura.

Riportiamo ora uno schema per capire, in base del peso dello sciatore, la durezza da preferire.

 

PESO

ATLETA

TIPO DI NEVE

PESO

ATLETA

TIPO DI NEVE

Morbida 

Compatta

Morbida

Compatta

50 - 60 Kg.   

S - 0,4

S - 0,6

70 - 75 Kg. 

M - 0,8 

H - 1,0

60 - 65 Kg.  

S - 0,5

M - 0,7

75 - 85 Kg. 

M - 0,9 

H - 1,1

65 - 70 Kg.  

M - 0,7

M - 0,8

85 - < Kg.  

H - 1,0

H - 1,2

 

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Con questi, che chiamare semplicemente attrezzi è molto riduttivo (vista la tecnologia e i materiali applicati), superiamo decisamente tutte le discipline sportive in cui si usano dei bastoni, non solo dal punto di vista qualitativo del prodotto, ma soprattutto da quello economico. Certi modelli infatti, sfiorano il mezzo milione ! Ma non spaventatevi, ce ne sono anche di più accessibili che ugualmente garantiscono, con meno esasperazione, maneggevolezza e resistenza. I bastoni usati dai campioni sono costruiti in materiale composito, fibra di carbonio con modulo ad alta densità, e vengono completati con rotelle (o papere) in plastica di dimensioni ridotte, studiate per garantire un perfetto bilanciamento e un’esemplare tenuta sulla neve.

Ultimo componente, la manopola, solitamente di sughero PCC e abbinata al lacciolo con strap in velcro, comodo e veloce da infilare.

In questo campo le aziende continuano a ricercare soluzioni sempre più sofisticate, in particolare, per la parte lacciolo - impugnatura si possono trovare sul mercato proposte alquanto stravaganti e originali, anche se è sempre molto richiesto il classico strap in nylon, essenziale nella costruzione e poco ingombrante. I modelli di categoria inferiore, hanno canne in materiali compositi meno raffinati o in lega d’alluminio; sono più pesanti (100 g/m rispetto a 60 g/m), ma meno inclini alle rotture.

La geometria adottata negli ultimi anni è comune a tutti i bastoni, ed è quella conica che consente di ottenere, assieme alla tecnologia degli spessori differenziati, risultati al vertice per aerodinamicità, bilanciamento, resistenza e rigidità.

 

Caratteristiche principali

Lato economico

con caratteristiche strutturali molto interessanti. Al turista consigliamo i modelli in lega d’alluminio, con 50/60.000 ci si assicura un bastone praticamente eterno.

Errori

[altezza sciatore in cm * 0.87] Skating

[altezza sciatore in cm * 0.81] Classic

Attenzione

 

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C’è una premessa d’obbligo da fare: a differenza dello sci alpino, dove ogni scarpone è compatibile con tutti i modelli di attacchi, nel nostro sport esistono due diversi tipi di aggancio. Ne consegue che, se qualcuno desidera un certo esemplare di calzatura, è obbligato a utilizzare l’attacco corrispondente.

Da un lato troviamo la Salomon, con le sue scarpe specifiche, la Sportful, l’Adidas ecc. dall’altro marche come Rossignol, Alpina, Alfa ecc. appoggiate allo stampo-attacco della Rottefella. La validità di entrambe le soluzioni è ottima ed è testimoniata dall’uso fatto in Coppa del Mondo da tutti gli atleti. La scelta va basata su sensazioni e gusti personali.

Fatta tale precisazione passiamo ad elencare le differenze costruttive esistenti tra i modelli da skating e quelli per la tecnica classica. 

LE SCARPE DA SKATING: hanno un gambaletto alto e rigido, creato per consentire un movimento della caviglia, limitato al senso longitudinale fondamentale in tutte le fasi della "pattinata" e negare quello laterale inutile e, anzi dannoso per le articolazioni inferiori della gamba. Inoltre la suola è particolarmente rigida, in modo da consentire una completa trasmissione dell'energia dai piedi agli sci, incrementando allo stesso tempo il controllo di questi ultimi in fase di fine spinta e di recupero.

LE SCARPE PER LA TECNICA CLASSICA: le scarpe per la tecnica classica sono più basse, il gambaletto arriva a coprire appena la caviglia, lasciandola in una condizione di notevole libertà in tutte le direzioni. La suola è costruita con materiale plastico più morbido adatto a mantenere una buona elasticità e morbidezza, qualità essenziali per avere sensibilità e capacità di "sentire" lo sci. 

LE SCARPE "COMBI": Esistono infine le cosiddette Combi, calzature studiate per poter eseguire entrambe le tecniche. Sono destinate ad un uso turistico, in quanto racchiudono un mix di caratteristiche delle scarpe da skating e da classico, senza però permettere un perfetto feeling con i rispettivi sci (che sono molto diversi tra loro!).

Le caratteristiche principali sono il gambaletto abbastanza alto e la suola piuttosto morbida (vicina a quella da classico).

Lato economico: anche sull’acquisto di quest’articolo siamo decisamente più fortunati degli amici discesisti: la nostra spesa si aggira sulle 150/200.000£ per i modelli da turismo, e poco sopra per le racing.

Caratteristiche principali:  Una buona scarpa, deve essere essenzialmente comoda,  isotermica e traspirante.

 

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Anche qui, come per le scarpe, troviamo due diversi sistemi di aggancio proposti da altrettante celebri case: Rottefella e Salomon.

La Rottefella ( o trappola per topi nella lingua originale...), è da sempre azienda leader nella produzione di attacchi per le discipline nordiche. Con il modello di punta Dual Flex Sistem, (vedi foto) propone un attacco di 43 mm. ed una piastra di larghezza decisamente superiore (56 mm.). 

I profili in plastica della piastra sono stati portati da 5 a 8mm per consentire una maggior stabilità, controllo ed una più efficace trasmissione della forza. Altra caratteristica di spicco è la separazione della piastra che permette all’attacco NNN di flettere in armonia con lo sci.

Nella tecnica classica rimangono invariate le dimensioni dell'attacco, mentre il profilo sottoscarpa è più basso per consentire allo sciatore di "sentire" correttamente la neve, aspetto fondamentale quando si utilizza sciolina di tenuta. 

Per entrambe le tecniche vengono utilizzati dei flessori in gomma (2 con lo skating, 1 con il classic), aventi funzioni di ammortizzatori e limitatori di movimento. Sono facilmente intercambiabili e disponibili in vari gradi di durezza, al fine di consentire la massima possibilità di personalizzazione. Ovviamente rimane il solito aggancio in metallo come vincolo principale della calzatura allo sci, riveduto e corretto per adeguarsi alle nuove misure dell’attacco. 

La casa francese Salomon ha introdotto il Pilot System, rivoluzionario sistema di attacco soprattutto per la tecnica di pattinaggio. Grazie ad un asta in metallo che vincola la parte centrale della scarpa, si ottiene un miglioramento generale del controllo dello sci ed un'ottima sensazione di stabilità sia nella fase finale della scivolata che in quella di rientro. Modificato, a causa della diversa distribuzione dei pesi, è il posizionamento delle viti, ora di maggior diametro (4 mm) e lunghezza, per garantire un vincolo più sicuro nel tempo. L’aggiunta del secondo gancio ha, naturalmente, comportato una modifica dello stampo della scarpa, dove è stata inserita la corrispondente asticella d’acciaio. E’ da ricordare che tale innovazione non consente l’uso dei vecchi modelli di Salomon Skate sul nuovo attacco, mentre permette alle nuove RS9 di essere compatibili con tutti i tipi d’attacco della marca transalpina, degli ultimi dieci anni. 

Per la tecnica classica sono stati approntati più che altro perfezionamenti del già ottimo attacco di qualche stagione fa: forma più aerodinamica, alette di sbloccaggio profonde e dalla presa immediata, nuovi colori e flessori di gomma più curati. Anche per questo modello sono state utilizzate viti leggermente più grosse di quelle precedenti (4mm contro 3.5mm) mentre è rimasto invariato lo schema e le distanze di fissaggio.

Entrambe le aziende propongono varianti di tinta e impiego di materiali differenti a seconda delle richieste di mercato: per i racing, colori aggressivi e caratteristiche di massima leggerezza e rigidità; per quelli da turismo, look moderno e comfort.

 

Ricordiamo come montare gli attacchi rispetto alla mezzeria dello sci:

ATTACCO T.L. T.C.
Rottefella sulla mezzeria 1 - 1,5cm. dietro
Salomon 0,5cm. dietro 1,5cm. dietro

 

LE SCIOLINE:

I prodotti che utilizziamo nello sci di fondo, sono divisi in due distinti gruppi. Da una parte, le classiche scioline di tenuta, sostanze resinose che consentono un ancoraggio dello sci alla neve nella tecnica classica; dall'altra le scioline di scorrimento che hanno lo scopo di aumentare la scorrevolezza degli attrezzi diminuendo l'attrito con la neve.

 

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Inizialmente erano utilizzate dalle discipline alpine. Lo sci da fondo infatti era completamente trattato con le scioline di tenuta. Negli anni settanta, si cominciò a sciolinare soltanto la parte centrale dello sci (come attualmente avviene), mentre in punta ed in coda si utilizzava la grundvalla, (particolare liquido che agevolava lo scorrimento dello sci di legno). Con l'introduzione dello sci in plastica, si è cominciato ad utilizzare la paraffina. Inizialmente non esistevano prodotti specifici, ma ben presto sono stati immessi sul mercato numerosi prodotti sempre più all'avanguardia.

Attualmente un ruolo molto importante nello studio e nella produzione della sciolina di scorrimento la gioca la chimica. Infatti gli attuali prodotti sfruttano elementi quali il fluoro, gli idrocarburi ecc. 

Ci sono in commercio una vasta gamma di prodotti e di marche, caratterizzate da composizioni chimiche, più o meno differenti. Tutte però possono essere catalogate in base al contenuto di fluorocarburo, un componente capace di garantire impareggiabili capacità di idrorepellenza, accelerazione e resistenza allo sporco.

Abbiamo cosi’ le cere, solide o in polvere, composte di fluorocarburo puro al 100%; le paraffine ad alto contenuto di fluoro, quelle a basso contenuto e quelle costituite unicamente dal meno nobile idrocarburo.

 

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Con questo termine, identifichiamo tutte le paraffine di scorrimento che hanno la funzione di base sulla quale applicare la cera fluorata.

Le abbiamo chiamate "basi" paraffiniche considerando che attualmente la cera fluorata viene impiegata in tutte le situazioni di neve e temperatura.

Nulla ci vieta comunque di utilizzare la classica paraffina senza la cera fluorata. E' possibile infatti ottenere un ottimo risultato anche così.

Tutte le ditte di settore, hanno suddiviso i prodotti in base al contenuto di fluoro. Abbiamo così paraffine ad alta concentrazione di fluoro, (HF) a bassa concentrazione di fluoro (LF) e gli idrocarburi.

Il fluoro normalmente è in stretta relazione con la % di umidità relativa dell'aria e con il prezzo.... Sensibile infatti è la differenza di costo fra basi ad alto contenuto di fluoro (approssimativamente 1.000  £. per grammo) e le paraffine a base di idrocarburi (5-10 volte più economiche).

La scala cromatica che contraddistingue la temperatura di utilizzo è la stessa delle scioline di tenuta. Sempre più vasta è invece la gamma di prodotti intermedi con range di utilizzo sempre più ristretti.

Le paraffine ad alto contenuto di fluoro, sono sicuramente le più utilizzate in Coppa del Mondo; si adattano perfettamente al clima Alpino, dove l’umidità, a differenza dei paesi nordici in cui spesso è bassa,  è quasi sempre sopra il 60-70%. 

Gli idrocarburi non sono paraffine di second’ordine solo per il cartellino del prezzo. In certe situazioni si rivelano ancora la migliore soluzione, in particolare quando l’umidità dell’aria non è eccessiva (< 50-60%) e la temperatura e piuttosto bassa.

Vi sono paraffine solide o in polvere, l'importante è applicarle correttamente utilizzando il ferro alla temperatura indicata (se è eccessivamente caldo potrebbe compromettere l'efficacia del prodotto).

I fumi scaturiti dai prodotti non sono nocivi ma è bene utilizzare comunque un'apposita maschera.

Per avere maggiori informazioni sull'utilizzo di questi prodotti, vedi la pagina dedicata alla preparazione degli sci.

 

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Come abbiamo già detto, la cera fluorata, grazie anche all'utilizzo del rullo in sughero è attualmente indicata in ogni situazione (tranne su nevi nuove, molto fredde ed asciutte). Inizialmente, la cera veniva usata in condizioni di neve molto bagnata e con temperature sopra i 0°. 

Oggi invece, l’impiego si è ampliato grazie alle diverse combinazioni, ai metodi di applicazione ed alle modifiche apportate alla formula originale (la famosa cera Enichem, fornita in esclusiva per alcuni anni alla squadra italiana).

La cera fluorata classica è venduta in polvere ma, molto interessante è anche la cera solida più facile e veloce da applicare ) e la cera spray ( da poco introdotta sul mercato ma subito affidabile e e facilmente utilizzabile ).

 

Con un barattolo di cera in polvere, dovremmo riuscire a preparare circa 6-7 paia di sci, parecchi di più con la cera solida, 5-6 con la cera spray.

La scala cromatica, anche in questo caso, ricalca quella delle basi e delle scioline di tenuta.

Il reale problema delle cere fluorate sta nel costo...

La confezione standard di 30g. va dalle 120.000£. fino ad oltre le 250.000£. 

Non vi è dubbio comunque che la cera possa, soprattutto in determinate condizioni meteo, fare veramente la differenza. Eccellente il risultato che abbiamo riscontrato utilizzando i prodotti della linea Maplus per la semplicità dei prodotti, per la facilità di utilizzo, per la tenuta alla distanza e per il costo sicuramente contenuto.

Vedi la pagina dedicata alla preparazione degli sci per capire la corretta applicazione delle cere fluorate.

 

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Negli ultimi anni non abbiamo assistito a grosse innovazioni. L’unica novità di rilievo è rappresentata dall’introduzione sul mercato di scioline fluorate indicate in presenza di alta percentuale di umidità relativa dell’aria.

In sostanza quindi le scioline di tenuta sono divise in due gruppi; scioline stick e liquide.

Ma come si riesce a stabilire quando usare la sciolina stick anziché la liquida ?   E’ necessario porre attenzione allo stato della neve per determinare il grado di trasformazione del cristallo.

Normalmente su nevi nuove o poco trasformate, ( poco abrasive quindi ) si usano scioline stick, sulle nevi trasformate, vecchie e umide, si preferiscono le liquide.

 

Anchor:

Da sempre le case produttrici, oltre alle indicazioni relative alla temperatura di utilizzo, seguono colori convenzionali, i quali dalla sciolina più "fredda" alla più "calda" sono: Verde, Blu, Viola, Bianco, Rosso e Giallo. Si tende sempre più a ridurre i limiti consigliati di utilizzo producendo scioline intermedie, che ampliano la gamma e quindi il numero di scioline.

Se la blu di qualche anno fa, ad esempio, riportava una temperatura di utilizzo da -2° a -8°, ora all’interno di tale fascia sono prodotte varie scioline. Questo è stato fatto per ottimizzare il risultato, ma, come per le scioline di scorrimento, ha generato un problema. Se la temperatura varia anche di solo pochi gradi, l’efficienza della sciolina può essere compromessa.

 

LE STICK FLUORATE: Ribadito che sono indicate in presenza di alta umidità, è consigliato usare le scioline a base di fluoro, mescolate o sulla base di scioline convenzionali, visto che tendono a rimanere sotto lo sci meno a lungo rispetto alle scioline non fluorate. E’ possibile in oltre usarle in condizioni di temperatura leggermente inferiori alle altre della stessa fascia.

COME SCIOLINARE

Una volta carteggiato con cura il ponte, si consiglia di mettere varie mani molto leggere tirate in direzione punta/coda. I tappi di sughero sono ancora i più usati, migliori e più indicati di quelli in materiale sintetico. La quantità di sciolina varia in base alla distanza che vogliamo coprire ed al grado di abrasione della neve.

Attenzione a non paraffinare mai la parte centrale dello sci per non rischiare di rimanere senza sciolina dopo pochi chilometri. Usare l’apposito solvente per la pulizia dello sci, aiutandosi con una spatola di ferro per asportare la parte più consistente di sciolina vecchia.

A volte le Stick più fredde vengono "bruciate" passando con il ferro caldo. questa operazione rende lo sci più veloce, ma, in certe occasioni, a scapito della tenuta. Dopo aver tirato la sciolina con il ferro e lasciato raffreddare lo sci, è bene passare leggermente con il tappo di sughero.

Le stick sono usate anche per coprire le liquide in modo da non permettere alla liquida di ghiacciare compromettendo la tenuta dello sci.

 

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Dopo aver preso in esame le scioline di tenuta stick, poniamo la nostra attenzione sulla sciolina di tenuta LIQUIDA.

Spesso odiate perché appiccicose e difficili da applicare allo sci, rappresentano probabilmente una delle cause del rapido sviluppo della tecnica libera.....

Le scioline di tenuta liquide sono però indispensabili quando la neve si presenta trasformata, abrasiva e molto umida. Vengono utilizzate soprattutto nella seconda parte della stagione invernale, quando l’azione isotermica del sole, produce una rapida trasformazione del cristallo.

Anche per le scioline liquide, come per le stick, non abbiamo assistito a grosse innovazioni, eccezion fatta per l’introduzione sul mercato di scioline a base di fluoro; indicate come tutte le scioline o paraffine fluorate per nevi umide o in presenza di elevata umidità relativa dell’aria, hanno per lo più le stesse caratteristiche delle liquide non fluorate.

Non sempre è facile stabilire la giusta sciolina da utilizzare e riesce difficile anche schematizzare esattamente le diverse scioline liquide vista la loro capacità di essere valide anche su nevi molto diverse fra di loro o dalle indicazioni riportate sulla confezione. Più importante della temperatura dell’aria o della neve ( fondamentale per le stick e per le paraffine di scorrimento ) è indispensabile focalizzare la nostra attenzione sullo stato della neve per stabilirne il grado di trasformazione, di abrasione e di umidità. Anche sulla confezione, troverete riportate indicazioni del tipo: "Per nevi crostose e ghiacciate", oppure: "Per nevi bagnate e molto trasformate".

La scala cromatica ( i colori convenzionali cioè, usati per identificare il tipo di sciolina ) non sempre è

la stessa per tutte le case produttrici. In linea di massima comunque le ditte leader in questo settore, producono due gruppi di scioline liquide; le "SKARE" e le "KLISTER".

Le Skare, convenzionalmente blu o verdi, sono usate per lo più come basi per consentire alla sciolina una maggior durata.

Per quanto riguarda le Klister, scioline tipo la viola o la rossa ( e le relative colorazioni intermedie ), sono usate per lo più su nevi trasformate ma compatte e piuttosto fredde; l’argento è invece consigliata in aggiunta ad altre scioline per aumentarne la tenuta soprattutto in presenza di nevi ghiacciate.L’argento ha in oltre la prerogativa di non far ghiacciare la sciolina stessa. La nera è ottima su nevi ormai vecchie, bagnate e poco consistenti. La gialla va usata su nevi nuove, primaverili a temperature prossime o superiori allo 0°. Le universal, tenendo fede al loro nome, hanno un ampio raggio d’impiego e sono usate spesso in aggiunta ad altre.

Per ottimizzare il "compromesso" fra tenuta e scorrevolezza che sta alla base della sciolinatura nella tecnica classica, vengono quasi sempre mescolate scioline liquide con caratteristiche diverse. Alle volte, soprattutto a temperature medio-basse, si ricopre la sciolina liquida con sciolina di tenuta stick per aumentarne la scorrevolezza e per evitare che la liquida ghiacci compromettendone la tenuta.

E’ importante far tesoro di precedenti esperienze e di consigli di sciatori più esperti.

In particolari condizioni ( neve umida e prossima allo 0° ) si può mettere qualche punto di sciolina stick ( gialla normalmente ) in aggiunta alla klister per non farla ghiacciare e migliorarne la prestazione.

 

GLI Anchor

Per preparare adeguatamente gli sci, sono necessari una serie di accessori ai quali non è possibile rinunciare per ottenere il massimo dall'attrezzo.

Prima di tutto il ferro: se fin a qualche anno fa venivano impiegati ferri da stiro tradizionali, attualmente vi sono in commercio ferri specifici ed appositamente progettati.

Interessanti, e fondamentali in certe situazioni i ferri digitali che riportano la temperatura esatta di utilizzo ed hanno una variazione minima di temperatura.

I raschietti per togliere la sciolina di scorrimento: sono ancora valide le spatole in plastica, meglio se di spessore superiore ai 3mm (non si deformano). Evitare di utilizzare spatole in alluminio o ferro. Interessanti le "matite" per le scanalature.

Le spazzole per eliminare dalla struttura quello che la spatola non è riuscita a togliere, hanno una grossa importanza e si differenziano per il materiale impiegato e per la lunghezza delle setole.

Le spazzole in nylon rigido, soprattutto se con setola corta e quelle in ottone, sono utili per asportare il grosso, mentre quelle in crine ed in Nylon morbido, servono per rifinire (ultima passata) e sono indicate per la cera.

Utili per pulire la struttura sono quelle in ottone o addirittura in acciaio. Attenzione ad utilizzarle con intelligenza....

Da alcuni anni le spazzole tradizionali sono state affiancate da spazzole roto che hanno la stessa funzione, ma garantiscono una maggior pulizia grazie ad un maggior passaggio delle setole all'interno della struttura.

Vengono applicate al trapano attraverso un apposita impugatura (doppia o singola). 

Il tipo di materiale impiegato è lo stesso delle spazzole tradizionali.

Attenzione: Non premere la spazzola sullo sci, ma appoggiarla leggermente utilizzando il trapano al massimo dei giri.

Sarebbe opportuno (discorso valido per tutte le spazzole) differenziare le spazzole per la sciolina "calda" da quelle per la sciolina "fredda" e soprattutto da quelle utilizzate per la cera.

Per applicare la cera fluorata, al posto del ferro (che ha solo la funzione di fissare la cera allo sci) viene utilizzato il rullo in sughero. Applicato anch'esso al trapano attraverso l'impugnatura (meglio singola in questo caso), girando in senso antiorario ed ad un numero limitato di giri, si rulla la cera fino a riscaldare la soletta premendo sensibilmente.

E' un'operazione abbastanza particolare e complessa che richiede una certa esperienza, ma garantisce ottimi risultati soprattutto su nevi fredde ed intermedie

Importante è anche la scelta del trapano; non troppo pesante, ma abbastanza potente e con la regolazione di velocità. (almeno 550 V.).

Particolarmente importante è il solvente. Deve essere necessariamente specifico ed appositamente studiato per la pulizia dello sci. Evitate di utilizzare solventi nitro o prodotti industriali. Potrebbero rovinare la soletta.

Attualmente sono prodotti solventi specifici per la pulizia della cera molto interessanti ma piuttosto cari.

Sarebbe importante acquistare in oltre un rigatore, ancora molto utile in condizioni di neve particolarmente bagnata e primaverile, della carta vetrata per carteggiare il ponte degli sci nella tecnica classica, del fibertex per togliere le impurità dalla soletta, del fiberlene per rifinire lo sci dopo averlo spazzolato ed un termometro - igrometro per controllare lo stato della neve ed una fotocellula per effettuare il test materiali.

Infine, per lavorare confortevolmente e correttamente, è indispensabile avere un banco da lavoro per lo sci di fondo con le apposite sagome.

Ultima ma sicuramente molto importante è la maschera da indossare nel momento in cui si lavora sullo sci. Le case produttrici sciolina, assicurano che i prodotti non sono assolutamente tossici e dannosi per la salute (specificano che lo potrebbero diventare solo a temperature molto alte), ma è comunque meglio proteggere sia le vie respiratorie che gli occhi dai fumi e dai solventi utilizzati per preparare gli sci.

 

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Esistono altri interessanti articoli per chi pratica lo sci di fondo. Parliamo di accessori utili durante gli allenamenti o le competizioni. Strumento indispensabile nella preparazione è sicuramente lo ski roll. Attualmente è possibile trovare dei roller che riproducono molto fedelmente in entrambe le tecniche il gesto tecnico del fondista.

Vi consigliamo di utilizzare roller abbastanza veloci e leggeri.

Il marsupio-portaborraccia in allenamento ed il camelback in gara, consente di rifornirsi comodamente di bevande mentre si svolge l’attività sportiva, evitando le soste nei centri di ristoro e consente di portare con se piccoli oggetti o generi di conforto, come le comodissime barrette energetiche.

Il cardiofrequenzimetro, sta diventando sempre più importante per monitorare l'allenamento in uno sport come il nostro dove la varietà di terreni ed i mezzi utilizzati nell'allenamento non consentono di utilizzare il cronometro o le unità di misura. Il discorso è un po’ più complesso e andrebbe affrontato in modo molto dettagliato. Ad ogni modo possiamo dire che per gli atleti d’alto livello è uno strumento indispensabile, funzionale sia come visualizzatore giornaliero dell’allenamento, che per monitorare le frequenze cardiache a riposo.

Il cardiofrequenzimetro può essere utilizzato anche da chi pratica lo sci a livello amatoriale; questo strumento infatti è molto utile per controllare lo sforzo ed è dotato di numerosissime funzioni.

I prezzi di marsupi e borracce sono accessibili a chiunque, mentre il cardio, richiede una spesa superiore (dai 150 ai 500 Euro).

Altro strumento utile ed interessante risulta l'elettrostimolatore, utilizzato soprattutto nell'allenamento della forza e per il recupero.

Per testare gli sci ed il materiale è indispensabile munirsi di una  fotocellula, grazie alla quale è possibile individuare senza errore l'attrezzo più veloce. Ottime in questo senso sono sicuramente le fotocellule prodotte dalla Fiemme Elettronica

La scelta del materiale dipende naturalmente dal reale utilizzo che uno ne fa. Il costo è decisamente lievitato negli ultimi anni soprattutto per lo sdoppiamento delle due tecniche e per le scioline di scorrimento. Noi abbiamo voluto riportare le caratteristiche del materiale top level, ben sapendo che affrontare una spesa simile significa sborsare di parecchie centinaia di Euro ). Volevamo soprattutto chiarire quali sono le esigenze reali e mettere in evidenza gli errori da evitare.

Lo sci di fondo è comunque praticabile con una spesa che, se messa in relazione ad altri sport della neve, diventa del tutto irrisoria. 

il montaggio degli attacchi va eseguito con l’ausilio di un’apposita sagoma ed è un’operazione delicata. Vi sconsigliamo di effettuarlo se non siete degli esperti. : se decidete di cambiare marca di attacchi, ricordatevi che vanno rifatti i buchi delle viti (Salomon e Rottefella hanno baricentri differenti). Controllate sempre il tipo di flessore inserito, se non è della giusta durezza può creare problemi di bilanciamento.  i prezzi, generalmente, si aggirano sulle 30 Euro circa, per i modelli base e sono lievemente superiori per quelli da gara. come in tutte le attività sportive in cui il piede è particolarmente sollecitato, anche nel fondo, questo tende a gonfiarsi. Da qui’ che il numero della scarpa da adoperare deve essere leggermente maggiore da quello utilizzato nella vita quotidiana. essendoci calzature specifiche per le due tecniche, evitate di utilizzarle promiscuamente. Cosi’ facendo andreste incontro a spiacevoli infiammazioni o altri problemi, compromettendo in oltre l'aspetto tecnico.: vengono continuamente presentati sul mercato nuovi tipi di laccioli, con strap e sistemi di chiusura innovativi, ma spesso troppo complicati ed ingombranti. Non confondete la ricercatezza con l’effettiva validità dell’articolo, provatele e fidatevi piuttosto della vostra sensibilità. A chi si diletta nelle granfondo suggeriamo di utilizzare impugnature semplici che agevolino le operazione di rifornimento e di non fare follie per l’acquisto dei bastoni: sapete meglio di noi, quanto è facile romperli durante questo tipo di competizioni.: c’è l’abitudine di usare bastoni troppo alti, soprattutto nello skating, è un grosso errore! Non solo perché il bastone alto non garantisce una spinta più efficace, ma soprattutto perché si pregiudica il gesto tecnico dell'intera sciata. Le misure medie si ottengono approssimativamente attraverso i seguenti calcoli:: per chi vuole il top è il punto dolente del fondista, ripeto che ci sono sul mercato bastoni da quasi mezzo milione! Per chi, invece, non vuole esagerare, ce ne sono di ottima fattura al prezzo di 100 Euro: leggerezza, resistenza, rigidità, bilanciamento corretto, capacità di trasmissione completa della forza impressa, disegno aerodinamico, impugnatura comoda e funzionale, rotella piccola leggera ma che non affondi su nevi morbide

 

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