Potevano essere i materiali a fare la differenza e così è stato nella staffetta femminile dei Campionati del Mondo di sci di fondo in corso a Oberstdorf.
E' stata la Svezia a pagare caro le scelte completamente errate nella preparazione degli sci in tecnica classica, che hanno prodotto buono scorrimento ma pessima tenuta in salita.
Dopo ciò, si è spalancata la strada alla co-favorita Norvegia che si è presa la rivincita rispetto a due anni fa, quando sempre scelte sbagliate, in quel caso nella scelta del posizionamento delle pedine, favorirono la vittoria svedese.
Le cugine Weng, una delle due gemelle, Tiril Udnes, e la più esperta e titolata Heidi, sono state più che perfette nelle frazioni in alternato che hanno aperto la staffetta 4x5km, tanto che Therese Johaug ha ricevuto il metaforico testimone con un leggerissimo vantaggio di una manciata di secondi su una Russia di grande carattere, che ha giocato il ruolo sulla carta affidato alla Norvegia nei confronti della più pronosticata Svezia.
Dopo l'ottima frazione di Yana Kirpichenko, al primo cambio in scia a un'ottima ma velleitaria Repubblica Ceca e alle Norvegia, una Yulia Stupak non al meglio della condizione si è incaricata di tenere il passo spedito, rispondendo positivamente agli attacchi della Weng maggiore nel tratto finale. L'improbo compito di tenere (o provare a contenere) Johaug era andato alla ragazza più in forma, Tatiana Sorina, la quale ha lanciato in quarta Natalia Nepryaeva, anch'essa non al meglio, con solo 19"8 di ritardo. Un distacco che ancora lasciava qualche speranza di rientrare in corsa per la medaglia d'oro.
La debuttante Helene Marie Fossesholm ha però allungato inizialmente, perso qualcosa successivamente e infine portato a termine la missione da medaglia d'oro. Le ragazze russe sono però arrivate soddisfatte per aver marcato posizione nel medagliere.
Gara nella gara. La lotta per la medaglia di bronzo è stata più avvincente con tre squadre che sono rimaste assieme per tutta la gara. Alla fine l'ha spuntata contro ogni pronostico la Finlandia di Jasmi Joensuu, Johanna Matintalo, le giovani in classico, e Riitta-Liisa Roponen e Krista Pärmäkoski, la ultra veterana 42enne e la più vincente finlandese degli ultimi 10 anni in skating.
Le finniche con una volata hanno tolto la gioia della prima storica medaglia in staffetta tradizionale agli Stati Uniti, già campioni mondiali 2013 e olimpici 2018 in quella a coppie. In quelle due medaglie c'era Jessie Diggins, che in ultima frazione dopo aver tirato per tutto il percorso, è stata sconfitta. La formazione composta nell'ordine prima della leader da Hailey Swirlbul, Sadie Maubet Bjornsen e Rosie Brennan si è dimostrata all'altezza nonostante una condizione tendenzialmente in calo rispetto ad altri momenti della stagione. E' un'occasione persa ma la squadra americana è ormai una realtà sempre più ampia.
5° posto onorevole per le padrone di casa della Germania che hanno sognato di vincere una medaglia fino a tre chilometri dalla conclusione, quando Victoria Carl è stata staccata dopo l'eccellente lavoro di Laura Gimmler, Katharina Hennig e una straordinaria Pia Fink.
Infine la tragedia svedese. Il tecnico dei materiali parlando con Giorgio Capodaglio dopo la gara si è preso tutta la responsabilità per gli errori fatti. Se Jonna Sundling in prima frazione aveva tenuto abbastanza cambiando a 12"4 come 6^, quando i ritmi si sono alzati in seconda Charlotte Kalla ha preso quasi 1'40, cambiando 9^. Le donne di punta Ebba Andersson e Frida Karlsson hanno cercato disperatamente di recuperare ma non sono andate oltre la 6^ posizione.
Domani sempre staffetta ma con gli uomini. Norvegia favorita, ma come si è visto oggi, tutto può succedere.