Redazione

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Che gara, ad Hochfilzen. Ed una settimana dopo il ritorno al successo delle compagne, è toccato alla Svezia conquistare il gradino più alto del podio della staffetta maschile. La chiave di volta è stato l'ultimo poligono, ed i bisticci con i proiettili che hanno accomunato Sebastian Samuelsson e Johannes Bø, incappato in un giro di penalità che ha spalancato così la via del successo al gialloblu. E contestualmente gli errori frenano anche il russo Loginov che vede sfumare l'agognato podio a vantaggio della Germania di Philipp Horn; un quarto posto che brucia per la Russia.

Repubblica Ceca, Francia ed Austria precedono sul traguardo un'Italia coraggiosa ma meno brillante nel complesso rispetto a Kontiolahti, ottava.


Finisce così una staffetta che in avvio sembrava destinata a vivere del confronto tra Norvegia e Francia. Ma ben presto la Svezia si è rivelata un cliente ostico, grazie alla prova di alto livello dei primi due protagonisti, Peppe Femling prima e Jesper Nelin poi, capace di arrivare a metà gara in testa insieme a Germania ed Austria.


E la Norvegia? E la Francia?
I transalpini, proprio come settimana scorsa, sono naufragati sotto la grandine di errori di Emilien Jacquelin, costretto a sciropparsi due giri di penalità all'uscita dal poligono in piedi, mentre Johannes Dale ha dovuto gestire al meglio le ricariche (3 quelle utilizzate, nel complesso della nazione) per poi inscenare un giro conclusivo di alto profilo che gli ha consentito di recuperare oltre 20" sulla testa e chiudere la propria frazione in vista dei leader.

Il terzo quarto di gara è proceduto senza particolari scossoni e solo nella tornata conclusiva Tarjei Bø e Martin Ponsiluoma si sono avvantaggiati sul tedesco Benedikt Doll e sul russo Eduard Latypov (+26"7), comunque nelle condizioni di gestire un buon margine nei confronti di chi segue, nel dettaglio la Svizzera a poco meno di un minuto dalla testa.

La frazione finale è tutta da godere. Già a terra Samuelsson è capace di mettere paura a JTB che deve ricorrere ad una ricarica per poi chiudere prontamente il buco e ripresentarsi spalla a spalla con lo svedese al poligono finale. Samuelsson è il primo a sbagliare, poi tocca a Bø: due errori a testa sui primi cinque tiri. Le ricariche aggiungono ancora ulteriore pathos: la carabina di Samuelsson si inceppa per qualche istante, ma lì accanto a JTB scivola un proiettile e distrarsi dalla posizione di tiro evidentemente gioca un brutto scherzo al norvegese che non può far altro che inanellare il giro di penalità, mentre Samuelsson (2 ricariche) si invola verso il successo. Ma non è finita: a quel punto Loginov si vede davanti alla possibilità di interrompere il lungo digiuno di podi della Russia (oltre 30 gare). Sembra il giorno giusto, ma anche il russo finisce con il girare, a tutto vantaggio di Horn che confeziona così il terzo posto per la Germania, pur in assenza di Arnd Peiffer (Lesser-Rees-Doll-Horn la formazione tedesca). La Francia ancora tradita da Jacquelin (ma difficoltà al tiro anche per Claude in terza frazione e nel finale anche per un Fillon Maillet costretto alla disperata rimonta: alla fine saranno tre i giri francesi) finisce sesta in scia ad una positiva Repubblica Ceca, la più precisa al tiro (6 ricariche utilizzate, una in meno della Germania, due in meno della Svezia).

Efficienza al tiro che anche in casa Italia è stata inferiore rispetto a Kontiolahti: anche così si spiega l'ottavo posto finale. Sotto una nevicata più fitta rispetto all'inseguimento femminile ma sempre in assenza di vento, la gara azzurra si complica con il giro di penalità "pescato" da Didier Bionaz nel poligono in piedi. Sin lì il valdostano aveva interpretato con maturità e coraggio il proprio impegno, provandoci anche nel secondo giro quando ha voluto alzare il ritmo della propria sciata. Un azzardo che forse ha pagato al tiro: ma se non si provano queste cose a vent'anni...
Lukas Hofer si ritrova così in pista diciottesimo con un ritardo superiore al minuto. Diciannove minuti dopo, lancerà Thomas Bormolini da ottavo a 24" dalla testa. Basta questo per tratteggiare l'eccellente prova del carabiniere pusterese: utilizza due ricariche, ma riversa in pista ogni stilla di energia in suo possesso per rilanciare le quotazioni azzurre. La seconda metà di gara vedono protagonista un concreto Thomas Bormolini che regge la scena sugli sci, si concede due ricariche a terra e mantiene l'ottava posizione, pur pagando dazio nel finale in termini di distacco, quando gli altri ingranano le marce alte. La chiusura spetta a Dominik Windisch: a terra con il suo poligono perfetto si prospetta la possibilità di ripetere il quinto posto di Kontiolahti, ma poi la sessione di tiro finale e la fatica consentono il sorpasso a Repubblica Ceca, Francia ed Austria, per l'ottavo posto conclusivo.

 

La Classifica finale

Marte Røiseland alza la voce e fa bottino pieno al termine del primo dei due atti di Hochfilzen: vittoria nell'inseguimento e conquista della leadership nella classifica generale. Venerdì nell'ulteriore sprint tirolese indosserà per la prima volta in carriera il pettorale giallo; con lei sul podio una Dzinara Alimbekava per nulla scombussolata dalla prima vittoria in carriera e la francese Julia Simon che nel giro finale si sbarazza di una Hanna Öberg che grazie allo zero al tiro ha sfiorato il podio pur partendo da molto lontano (29ima nella sprint). Sesto posto per Dorothea Wierer che ha perso il treno del podio per colpa di un errore all'ultimo tiro, dopo aver sbagliato solo una volta in precedenza, nella terza sessione di tiro; 15ima quindi Lisa Vittozzi, autrice di 3 errori.

Nevica dolcemente ad Hochfilzen e non soffia un filo di vento: arriva così tempo per festeggiare il settimo successo in carriera, per la fresca trentenne Marte Røiseland, il secondo nell'inseguimento dopo quello di Nove Mesto di due stagioni or sono. Una vittoria che di fatto non è mai apparsa in dubbio e che conferma come la norvegese di casa a Lillehammer sia oggi la biatleta più completa del lotto. Anche l'errore all'ultimo tiro (dopo quello in apertura) non le ha fatto perdere la bussola: Røiseland ha saputo comunque uscire dal giro di penalità con un leggero margine su Dzinara Alimbekava per poi involarsi, indisturbata, verso il primo trionfo stagionale.

Ed alle sue spalle, ecco proprio la bielorussa che non a caso la segue anche nella classifica generale, forte di un cammino sin qui sontuoso che oltre al successo di venerdì nella sprint l'ha vista confermarsi sul podio, proseguendo così la serie di piazzamenti nella top8 che perdura dall'esordio stagionale. E finchè la percentuale al poligono si manterrà abbondantemente oltre il 90% (anche oggi perfetta), difficile che possa perdere giri.

Giri alti che ha mantenuto anche la francese Julia Simon, terza e per la quarta volta in carriera sul podio (la prima volta in questo inverno) che dopo i tre errori spartiti nei due poligoni a terra è stata pronta nel giro finale a raggiungere e sopravanzare una stanca Hanna Öberg, cui non è riuscita la strenua difesa del podio dopo aver inscenato una prodigiosa rimonta che dal 29imo posto di partenza (con 1'15 di ritardo dalla testa) l'ha vista uscire per terza dall'ultima sessione di tiro (100% al tiro per lei). Oltre al podio mancato, per lei anche la necessità di cedere il pettorale giallo a Røiseland per trovarsi di colpo al terzo posto della generale, incalzata dalla sorellina Elvira, oggi settima.

Appena davanti alla minore delle sorelle svedesi, ecco Dorothea Wierer. La forma sta crescendo, ma sui quattro poligoni non è ancora sufficiente per spingere a tutta. Lo si è capito bene nella seconda parte di gara, quando la vincitrice delle ultime due Coppe del Mondo ha manifestato qualche difficoltà al tiro, spendendo qualche secondo più del solito nel puntamento e nel rilascio dei primi colpi. Con la freddezza che la contraddistingue, l'altoatesina di casa in Val di Fiemme ha voluto gestire con ulteriore calma il poligono conclusivo, conscia di starsi giocando un piazzamento importante, ma è comunque maturato l'errore all'ultimo tiro, penalità che ha fatto definitivamente svanire le possibilità di un podio che - ad onor del vero - sarebbe stato comunque impossibile, visto il ritmo nelle gambe di Simon e Öberg; al traguardo, davanti a lei, ha trovato spazio anche Karoline Knotten, quinta.

I tre errori nella terza sessione potevano costare casi ad Elvira Öberg, ma la ventunenne svedese ha saputo confermarsi ancora una volta tra le maggiori sorprese dell'inverno (almeno fin qui), limitando solo a quella maledetta tripletta gli errori di giornata, per finire in coda a Wierer e aggiungere un ulteriore mattone ad una costruzione che appare sempre più solida; ottavo posto quindi per Franziska Preuss, incappata a sua volta in tre errori (0-1-0-2) come chi la segue a completare la top10, vale a dire Marketa Davidova (0-1-1-1) e Lisa Hauser (1-0-1-1).

Tre errori al tiro anche per Lisa Vittozzi (1-0-1-1) che continua a rincorrere la forma migliore dopo l'esperienza col Covid. Questa tre giorni tirolese ha palesato significativi passi avanti per la sappadina che appare in linea per presentarsi al meglio dopo la pausa natalizia. Intanto la seconda parte della tappa di Hochfilzen (sprint, inseguimento e mass start tra venerdì e domenica) andrà sfruttata per crescere ulteriormente di giri.

Giri alterni che animano ancora i motori di Tiril Eckhoff (diciassettesima con 6 errori, 3-0-1-2) e Denise Herrmann (25ima con 4 giri di penalità, 0-1-3-0): se per la norvegese l'incostanza è un dato di fatto (eccezion fatta per il periodo d'oro della passata stagione), in casa tedesca non può suonare qualche campanello d'allarme, visto che - precisione a parte - Denise non riesce a trovare quell'incidenza sugli sci che rappresenta il suo autentico punto forte.

Ma in una stagione così, è inevitabile che molte certezze vengano meno.

 

La classifica di giornata

A distanza di cinque anni Federico Pellegrino è tornato a vincere nella sua Davos, conquistando il terzo successo in carriera sulla pista svizzera, con la quale ha un grandissimo feeling. Una gara dominata dal poliziotto valdostano, che ha attaccato dall'inizio alla fine a partire dai quarti di finale, dando una grande dimostrazione di forza. In finale anche lo stesso Bolshunov nulla ha potuto per tenerne le code e alla fine della competizione lo stesso russo ne ha celebrato la vittoria, trascinandolo con la slitta, mostrando grande sportività.

Ovvia quindi la soddisfazione di Pellegrino, fecilissimo perché a distanza di tanti anni è ancora così competitivo. Un'antervista, quella rilasciata al microfono della FIS, ben diversa dalle tipiche frasi di circostanza che siamo abituati ad ascoltare da altri atleti a seguito di una vittoria in Coppa del Mondo: «La mia condizione di forma è molto buona - ha detto l'azzurro alla FIS - in estate, dopo l'infortunio, avevo pensato che sarebbe stato impossibile arrivare qui in questa condizione. Ringrazio chi mi ha aiutato e sono davvero molto soddisfatto. 35° podio in Coppa del Mondo? Non penso che questo sia il tempo per i numeri, voglio continuare così per molto tempo e non penso ancora di contare le vittorie o i podi che ho fatto in carriera».

In un periodo in cui lo sci di fondo soffre, Federico Pellegrino ha voluto dare una grande dimostrazione d'affetto al suo sport e anche a tutte le persone che in questi anni gli hanno permesso di essere ancora ai vertici. «C'è una cosa abbastanza particolare: undici anni fa ero qui, in gara, in una situazione simile a questa ed è incredibile quanto mi piaccia il mio lavoro e quanto riesca a fare bene a Davos, in una pista che per le sue caratteristiche tecniche tira fuori il reale valore degli atleti. Sono soddisfatto di questo e orgoglioso di tutte le persone che mi hanno aiutato nel corso degli anni. Voglio ringraziare gli allenatori del passato e del presente, i tecnici, oggi avevo degli sci velocissimi, la mia famiglia, e sicuramente tutti i medici e i fisioterapisti che mi hanno aiutato a recuperare dall'infortunio. Una dedica speciale alla persona che amo, Greta».

Gare spettacolari sulla pista “Nathalie” di Dobbiaco, sede del debutto stagionale del Circuito di Coppa Italia Rode e Gamma.

Ma al di là delle belle sfide sulla neve è doverosa una nota extra agonistica.  A vincere senza il pettorale di gara ma con la mascherina di protezione sempre indossata nel massimo rispetto del protocollo anti Covid, è stato il comitato organizzatore l’Asv Ok Toblach  presieduto dall’instancabile Gert Taschler che in tempo record al fianco dei suoi collaboratori, è stato capace di garantire un evento degno della fama che lo precede. Cornice dell’appuntamento di carattere nazionale che ha acceso le polveri del circuito di Coppa Italia 2020/21, un metro di neve ed un sole splendente a rendere ancora più suggestiva l’atmosfera della Nordic Arena di Dobbiaco e dei suoi boschi, che nulla hanno a che invidiare ai panorami scandinavi. Ma veniamo ai verdetti del cronometro di questo primo format di stagione: una individuale a tecnica libera.

Le prime a scattare fuori dal cancelletto di partenza le 46  Aspiranti donne impegnate sul giro da 5 chilometri. A conferma del suo podio sprint ottenuto nell’Opa Cup di Goms, vittoria per la bergamasca dell’Ac Alpi Centrali, Lucia Isonni per un secondo e nove davanti alla più giovane classe 2004, Iris De Martin Pinter del Centro Sportivo Carabinieri. Terza piazza  per la valdostana del 2003, Elisa Gallo.

 Doppio giro da 5 km per la Juniores maschile, dove un super Davide Ghio del 2004, si è imposto con 18” su Andrea Zorzi di un anno più grande. Entraque anche sul terzo gradino del podio grazie a Gabriele Rigaudo, altra giovane leva del 2004. 

Sul filo dei secondi la sfida sui 5 chilometri delle Aspiranti, dove la vittoria è andata alla poliziotta della Fiamme Oro  Sara Hutter, due secondi e due meglio sulla più giovane del 2002, Veronica Silvestri dell’AC Alpi Centrali. A podio anche Anna Rossi del Centro Sportivo Carabinieri a 31”. 

48 gli Juniores, dove uno scatenato Elia Barp delle Fiamme Gialle ha dettato legge. 21’44”.6 questo il crono finale di Barp del 2002, 34” di vantaggio sul livignasco del Comitato Alpi Centrali, Nicolò Cusini. Terza piazza a 44” per Fabio Longo Gruppo Sportivo Fiamme Gialle. 

Per ciò che riguarda la Coppa Italia Rode destinata ai Senior e Under 23, trionfo di giornata sui 10 chilometri, per la Fiamme Gialle Caterina Ganz, davanti all’atleta del Cs Carabinieri  Martina Di Centa ed una buona rientrante post infortunio, Ilenia Defrancesco del C.S Esercito.

Martina Di Centa vince la categoria U23 davanti a Chiara De Zolt Ponte (5 posto nella generale) e Martina Bellini (7^ generale). 

Al maschile, ritorno sul gradino più alto in ambito nazionale per il Carabiniere Mirco Bertolina che ha coperto i 15 chilometri della pista Nathalie, con il tempo di 32.45.8. A 15” Martin Coradazzi del CS Esercito con Dietmar Noeckler Fiamme Oro, terzo a 31”. 

Martin Coradazzi vince anche la U23 precedendo il poliziotto Giovanni Ticcò (6° nella generale) e Michele Gasperi CS Esercito (9° nella generale). 

 Tra i Civili, pettorale giallo di giornata per Stefania Corradini Sotto Zero Nordic Team e Florian Capello del Robinson Ski Team. Domani spazio alla gara inseguimento in tecnica classica.

Una gara di tiro e spettacolo sia in pista che al poligono, nonostante la leggera nevicata. La sfida tra due francesi per la vittoria ha animato l’inseguimento di Hochfilzen (Austria), valido per la terza tappa della Coppa del Mondo di biathlon. A spuntarla è Quentin Fillon Maillet che, dopo aver ottenuto il secondo posto nella sprint di ieri, ha conquistato il successo con una prova perfetta al poligono, vittoria che mancava dalla mass start di Pokljuka della passata stagione. Ottima la gestione dell' inseguimento da parte del transalpino, che uscendo dal primo poligono in testa alla gara non ha più mollato la prima posizione.

Secondo posto per il connazionale classe 1995 Emilien Jacquelin che sempre con lo zero al tiro paga 25.5 secondi al traguardo, conquistando così il primo podio stagionale. Rimane sul podio ma due gradini più in basso rispetto alla sprint il norvegese classe 1997 Johannes Dale (1+0+1+0), terzo al traguardo con 49.5 secondi ma precedendo il connazionale e leader della classifica generale Johannes Boe, autore di tre errori commessi nelle serie in piedi (0+0+2+1), piazzatosi appena fuori dal podio a 58 secondi dal vincitore.

Francia e Norvegia popolano quasi per intero la top ten, in un antipasto di quella che potrà essere la sfida nella staffetta di domani: Fabien Claude nell’ultimo giro ha sopravanzato Sturla Laegreid, Tarjei Boe è settimo con tre errori commessi, Guigonnat è nono con il 20/20 al tiro. Gli “intrusi” sono l’austriaco Simon Eder che ha confermato di trovarsi bene sulle nevi di casa e lo svedese Sebastian Samuelsson: il leader della classifica under 25 e vincitore dell’inseguimento di Kontiolahti ha chiuso decimo, ma è stato in lotta per il podio fino all’ultima serie, dove ha mancato due bersagli ed è inoltre caduto in discesa nel corso della prima tornata.

Ottima la prova degli azzurri Lukas Hofer e Thomas Bormolini, abili a condurre una bella rimonta. Per il carabiniere classe 1989 di San Lorenzo di Sebato è arrivato un ottimo 19/20 al tiro (1+0+0+0) che riscatta con il 17esimo posto il risultato della sprint di ieri a 2 minuti e 16 secondi dalla testa. Si conferma invece solido il livignasco dell’Esercito classe 1991 (0+1+0+0), che ha tagliato il traguardo in 25esima posizione confermando così quanto di buono fatto vedere in questo suo inizio di stagione.

Chiude appena fuori dalla zona punti Didier Bionaz: l’alpino valdostano classe 2000 ha compiuto una discreta rimonta se consideriamo che partiva con pettorale numero 60 e ha commesso ben cinque errori al tiro (2+2+0+1), concludendo la sua prova in 42esima posizione, più falloso Dominik Windisch (1+2+1+2): per l’altoatesino dell’Esercito 51esimo posto finale.

Dopo la debacle nella prova di Kontiolahti, torna al successo la Norvegia nella staffetta femminile di Hochfilzen (Austria), valida per la terza tappa della Coppa del Mondo di biathlon. Un successo quello del quartetto scandinavo (Knotten, Tandrevold, Eckhoff, Roeiseland) costruito sulle ottime prove di Eckhoff e Roeiseland che hanno preso il largo nelle ultime due frazioni, precedendo Francia (Bescond, Simon, Braisaz e A. Chevalier) e Svezia (Skottheim, Persson, H. Oeberg, E. Oeberg), rispettivamente a 24.5 e 32.5 secondi. Ottima quinta posizione per l’Italia (Vittozzi, Lardschneider, Wierer, Sanfilippo) che con una super prova al poligono, utilizzando tre ricariche, lotta fino all’ultimo per il podio con una ritrovata Federica Sanfilippo.

Deve rincorrere fin da subito la Francia, Anais Bescond copre i bersagli con tre ricariche e al primo poligono accusa 29.9 dalla vincitrice della sprint di ieri la bielorussa Alimbekava. A sua volta la leader della classifica under 25 commette tre errori nella seconda serie, ne approfittano la norvegese Knotten e la tedesca Hammerschmidt, con Lisa Vittozzi (0+0, 0+1) vicina alla testa a soli 7.7 secondi. La sappadina ha provato a chiudere il buco nell’ultimo giro, ma ha chiuso a 9 secondi dal gruppo di testa guidato da Hammerschmidt con la svedese Skottheim e la norvegese Knotten.

Pochi gli errori commessi nella prima serie della seconda frazione, con la svedese Persson e la tedesca Preuss che allungano leggermente su Ingrid Tandrevold. Le tre forzano nel corso del secondo giro, Persson utilizza tre ricariche mentre girano Germania e Norvegia. Ne approfittano tante nazioni per rientrare in gara, tra cui l’azzurra Irene Lardschneider che trova lo zero in entrambe le serie. Grande rimonta per la ceca Davidova che chiude in testa la seconda frazione con 0.8 secondi sulla svedese Persson, 5 secondi sulla tedesca Preuss. Italia nona a 37.3 secondi con la gardenese Lardschneider che ha sofferto nell’ultimo giro.

Tiril Eckhoff conferma l’ottimo momento di condizione, riportando la Norvegia in testa con l’utilizzo di una sola ricarica, gira la svedese Hanna Oeberg e permette a Germania, Francia e Italia di poter lottare per il podio nell’ultima frazione, con un’ottima Dorothea Wierer che utilizza una sola ricarica in piedi (0+0, 0+1). Eckhoff prende il largo nell’ultimo giro di frazione, con 27.3 secondi di vantaggio sulla francese Braisaz e la tedesca Hettich, ma con loro c’è Dorothea Wierer a 29.3 dalla testa.

Marte Roeiseland è precisa nelle serie a terra, mentre le inseguitrici in lotta per il podio utilizzano le ricariche per coprire i bersagli, Federica Sanfilippo è terza dopo il primo poligono con una ricarica a 47.8 secondi dalla testa, in compagnia della francese Anais Chevalier e la tedesca Denise Herrmann, ma è la svedese Elvira Oeberg che tenta la rimonta trovando lo zero a terra con 59 secondi da Roeiseland. Norvegia che torna al successo con 24.5 di margine sulla Francia, terza la Svezia con Elvira Oeberg a 32.5 secondi battendo in volata una poco pimpante Denise Herrmann. L’azzurra Federica Sanfilippo con due ottime serie (0+1, 0+0) rimane in lotta per il podio fino al rettilineo finale, provando a resistere al forcing di Svezia e Germania. Italia chiude quinta a con un’ottima prova di squadra a 37.1 secondi dalla Norvegia, la migliore al tiro avendo utilizzato solo tre ricariche.

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È un giorno di festa per la squadra statunitense. A 32 anni è arrivata la prima vittoria in Coppa del Mondo di Rosie Brennan, una delle atlete simbolo della squadra americana. Un risultato a dir poco sorprendente, se si considera che soltanto nella pursuit di Ruka la trentaduenne aveva ottenuto il suo primo podio in Coppa del Mondo e prima di oggi mai era andata oltre al 15° posto in una sprint.
            
Già in qualificazione la statunitense aveva sorpreso tutti facendo registrare il miglior tempo. Nelle batterie ha rischiato in semifinale, quando è passata da lucky loser, quindi in finale ha deciso di tenersi lì, quando Faehndrich come da copione è andata all’attacco. La svizzera è stata molto offensiva per tutta la gara, così anche in finale si è messa in testa a fare ritmo arrivando avanti sull’ultima salita. Alle sue spalle Brennan e Lampic hanno tenuto le sue code, mentre Nepryaeva ha resistito con grande generosità a un paio di lunghezze. È quindi arrivato l’attacco di Brennan, che ha aumentato il proprio ritmo sul tratto più duro, Faehndrich ha cercato di resisterle e ne ha tenuto le code in discesa, trovandosi quindi nella posizione ideale per la volata finale. Ma proprio nell’ultimo rettilineo, mentre Brennan è riuscita a far andare a tutta le sue gambe prendendosi la vittoria, la svizzera si è praticamente bloccata, facendosi sfilare prima da Lampic e poi anche da una generosissima Nepryaeva, capace di catturare così il podio. Una grande delusione per la svizzera che sognava di essere la terza donna rossocrociata a vincere una gara di Coppa del Mondo.

Ottavo posto finale per Lucia Scardoni, uscita nella seconda semifinale, nella quale con grande generosità, pur essendo attardata, ha recuperato moltissimo sul rettilineo conclusivo, scavalcando Van der Graaff e Matsokina, riuscendo così a prendersi la sua quarta top ten in carriera, eguagliando il miglior risultato in una sprint in skating, ottenuto nel 2019 a Cogne. La veneta era già stata bravissima nei quarti, quando prendendo la curva più larga si era trovata tutta sull’esterno sul rettilineo finale, giungendo seconda e beffando così Jessica Diggins. In semifinale invece ha faticato a tenere il passo iniziale di Urevc e Van der Graaff, ma nel finale, quando la slovena se ne è andata, seguita dalle russe Nepryaeva e Stupak, è riuscita a non mollare scavalcando le altre due.
Nell’altra semifinale vi era stata una grande dimostrazione di forza di Faehndrich, che come già fatto nei quarti era andata a tutta velocità tagliando questa volta il traguardo in solitudine. Alle sue spalle Lampic aveva battuto al fotofinish Rosie Brennan, giunta terza davanti a Sophie Caldwell. Le due statunitensi erano comunque andate in finale da lucky loser.

Fuori nei quarti di finale le altre due azzurre in gara. Greta Laurent è stata eliminata nella quinta batteria, dove ha condotto la gara sempre nelle posizioni di testa, cercando di allargarsi sulla sinistra per prendere l’esterno sul rettilineo finale, come fatto in precedenza da Scardoni, ma è rimasta però chiusa trovando Beranova. A quel punto l’azzurra è stata costretta ad accentrarsi perdendo tempo e chiudendo quarta dietro a Stupak, Van der Graaff e Beranova. Per lei è quindi arrivato un 16° posto finale dopo la sesta piazza in batteria. Elisa Brocard è invece giunta quarta in una velocissima prima batteria, nella quale ha lottato strenuamente per tenere l’altissimo ritmo imposto da Faehndrich e Caldwell, che sono però riuscite a staccarsi sulla salita finale, dove Brocard non ha potuto tenerne il passo perdendo anche Nepryaeva, giunta terza e lucky loser. Per la valdostana però un buon rientro in Coppa del Mondo, vista la ventesima posizione e l'eliminazione arrivata in una batteria nella quale si sono qualificate tre atlete poi arrivate in finale.

CLASSIFICA FINALE TOP 10
1ª R. Brennan (USA)
2ª A. Lampic (SLO)
3ª N. Nepryaeva (RUS)
4ª N. Faehdrich (SUI)
5ª S. Caldwell (USA)
6ª E. Urevc (SLO)
7ª Y. Stupak (RUS)
8ª L. Scardoni (ITA)
9ª L. Van der Graaff (SUI)
10ª T. Sorina (RUS)

Le altre italiane
16ª G. Laurent
20ª E. Brocard

Arriva una bella notizia per lo sci di fondo: la Svezia parteciperà al Tour de Ski! Dopo la rinuncia della Norvegia, gli occhi erano tutti puntati sulla nazionale svedese, che insieme all'altra nazionale scandinava aveva già deciso di saltare Davos e Dresda. Si temeva un Tour de Ski senza grandi campioni, invece questa mattina la Svezia ha annunciato una notizia che è musica per le orecchie di coloro che da mesi in Svizzera e Italia stanno lavorando duramente affinché tutto sia alla perfezione: la Svezia c'è!

Questa mattina è arrivato il via libera da parte del medico della nazionale, Per "Pliggen" Andersson: «È chiaro che questa è stata una decisione difficile, molto difficile - ha affermato a SportExpressen - non è una decisione ovvia in alcun modo. Ma la Federazione ha svolto un lavoro fantastico per garantire una situazione quanto più sicura possibile».

La Federazione Svedese ha organizzato il viaggio nei minimi dettagli per poter essere presente, spingendo per andare nonostante le competizioni si disputino in tre diverse località. Tra le altre cose, il team volerà lì con il proprio aereo. «Con l'approccio che abbiamo ora, voglio dire che non corriamo rischi maggiori andando al Tour de ski rispetto a quanti ne avremmo se restassimo a gareggiare a casa. È stato tutto organizzato bene per diminuire i rischi. Abbiamo il nostro volo, la nostra uscita in aeroporto, una sistemazione individuale, soluzioni alimentari speciali e così via».

Inoltre Andersson ha chiarito anche che la situazione in Italia e Svizzera sta migliorando, rispetto a quanto sta invece accadendo in Svezia: «Avevamo detto che l'andamento dell'epidemia sarebbe stata una parte importante della nostra decisione. Ora stiamo assistendo a un netto calo di contagi in Svizzera e in Italia, anche se è il contrario in Svezia». Proprio ieri è uscita la notizia che in Svezia sono in difficoltà a causa del riempimento dei posti in terapia intensiva.

Ovviamente il rischio di contagio per gli atleti resta e sono tante le responsabilità che il medico svedese si è preso: «È chiaro che ho una grande responsabilità se qualche atleta dovesse contagiarsi e potrebbe significare che abbiamo preso una decisione sbagliata».

Ora si aspettano notizie dalla Finlandia per capire se vedremo al via l'altra nazionale nordica in dubbio. Certamente la partecipazione della Svezia renderà sicuramente più spettacolare la competizione femminile. Vedremo con quali atleti si presenteranno, ma la possibilità che, saltate già due competizioni, possano arrivare i big, sono alte.

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